Era l’8 Giugno 2015

Giampiero sintetizza così la cena di fine stagione…

Ieri sera 8 Giugno 2015, si è concluso l’anno artistico del Coro Merdies con una sontuosa cena in uno dei locali più equivoci della Roma della Grande Bellezza. Si sono dovute con rammarico registrare assenze importanti tra le fila del Coro (una per tutte: mancava la Presidenta, afflitta dalla vendetta di Montezuma, ma anche altre figure di rilievo hanno dovuto rinunciare all’Evento per problemi di salute o gravosi ed inderogabili impegni familiari): il numero legale è stato comunque raggiunto e la numerosa truppa dei giovani, guidati dallo Zio Vanich, ha conferito un tono di allegria e di entusiasmo che ha fatto da armonico contraltare alla iniziale seriosità ed alla folle tetraggine dei componenti più anziani che solo alla trentesima pinta di birra, tra rutti selvaggi ed urla belluine – ma i giovani già si erano ritirati impauriti – hanno preso possesso della malfamata osteria improvvisando, vestiti del solo perizoma di tigre confezionato dalla Direttora, kasatschok e quadriglie (ma sto anticipando la fine della kermesse).

La serata aveva in effetti avuto un prequel con la consegna dei doni fatta personalmente dalla Direttora alle massime autorità scolastiche, alle maestranze e ai vigili urbani e a qualche passante: alla Dirigente scolastica in particolare è stato consegnato dalle mani di Ursus, il bidello più robusto della scuola, un macigno di titanio di duecento chilogrammi raffigurante il Coro Merdies a bocca aperta mentre mangia piccole crome di cibo premasticate dalla Direttora, un’opera unica plasmata dalle mani esperte di centinaia di artigiani in servizio presso “Conny creations”.

Al Tesoriere, per la sua meritoria opera bancaria commerciale e informatica l’intero Coro Merdies, per il tramite delle sapienti mani della Direttora, ha donato invece 2 tonnellate di prosciutto di cervo siculo, 300 chili di bacche di goji e sedici paia di mutande a girocollo per le serate particolari.

Si arriva insomma alla trattoria, prenotata dal superefficiente John the First, con un allegro e sbracato corteo tra le vie del quartiere Appio; nell’osteria i coristi prendevano posto su sedie roventi mentre la temperatura del locale si aggirava sui 45 gradi con un tasso di umidità dell’80% (temperatura percepita 96 gradi). Appena entrato nella stanza infiammata, il Prof. Guido sveniva con un rantolo ma si rialzava immediatamente non appena depositato sulla sedia liquefatta riportando ustioni di terzo grado sulle chiappe bronzee. I camerieri del ristorante attivavano allora dei ventilatori a mano che in breve tempo provocavano una bora artica che tuttavia diminuiva la temperatura di un solo grado. Tacerò sui cibi, anche se vorrei fare un cenno all’hamburger destrutturato con patate inseparabili dal corpo carbonizzato della carne servito a Franceschina, convenuta all’Evento con un elegante vestito giallo Merdies: più dell’amor poté il digiuno e la esperta corista ingurgitava il blocco in un sol boccone tra graziose smorfie.

Il momento clou della serata è stata la consegna del dono, inizialmente riservato alla Presidenta, ma che la Direttora ha voluto dividere tra i coristi mediante una riffa preceduta da un canto: la Direttora iniziava con un noto canto popolare della tradizione calabrese; si sono poi distinti il Prof. Guido, il giovane John the Third, il Maestro Luca Pellegrini, e il mite Vanich con melodiosi canti in gaelico, inneggianti all’amore e all’amata lontana; il convalescente Prof. Falcolini ha cantato una ballata di Cat Stevens con voce debole ma incisiva; è stata ammirata la Sig.ra Aquilina che si è esibita in un’elegante nenia popolare della Valsugana, intitolata “la polenta, è stata la polenta… ma ho la digestione un po’ lenta”; madre e figlia D’Alesio hanno intonato “La società dei magnaccioni” condendo la raffinata ballata con gesti innominabili; John the Second ha inventato lì per lì un aria da soprano leggero dedicata all’aria che mancava nel locale; John the First ha concluso in modo corretto il “Christus Factus est”, come non era stato fatto al concerto di due giorni prima, quando i tenori e qualche basso venivano colti da paralisi vocale credendo che il prolungamento della penultima battuta del brano fosse un espediente espressivo escogitato dalla Direttora per sorprendere il pubblico; Irene Rossi ha dedicato un dolce canto d’amore alla madre canuta rievocando le ninne nanne che la madre le cantava nell’infanzia; il popolare De Marco ha intonato con voce rotta dal pianto il tropus conductus in epidiapente con tetracordo molto molle “Victimae pascali laudes” concludendo la squallida esibizione con un gigantesco peto, che ha ricevuto anche qualche applauso; la biologa Letizia ha imitato alla perfezione Patty Pravo sessantacinquenne in una delle sue canzone più celebri e qualche occhio si è rigato di lagrime di nostalgia, il baritono De Angelis ha imitato un’aria mozartiana dalle “Nozze di Figaro” che ha lasciato tutti a bocca chiusa; la giovane Sissy ha levato un canto alla imperatrice Sissy, dando del lei a tutti i vecchi del coro, imitata in questo dall’educatissimo John the Third; Karrer ha intonato in dialetto svizzero il “Tannenbaum” deprecando il fatto che tale celebre brano non fosse in repertorio; la Cruciani si è limitata ad ondeggiare il costume popolare campagnolo, sparendo poco dopo nei labirinti della metropoli; il Tesoriere ha dato il la alle quadriglie con il Buvon bien… e non poteva mancare il Sicut Cervus nella sua versione muta, quella del silenzio di Dio.

Dopo aver distrutto il locale la Direttora ha illustrato tre progetti che di seguito sintetizzerò brevemente:

  1. pare sia venuto al concerto un celebre Direttore d’orchestra della “Miskatonic University” in incognito con barba e baffi finti che, meravigliato dalla straordinaria esecuzione del “Christus Factus est” ha proposto al Merdies l’esecuzione dell’”Apocalypsis cum figuris” di Adrian Leverkuhen, un’opera di musica dodecafonica per cento cori bulgari e nastro magnetico: il Merdies farà il nastro magnetico;
  2. un’abitante di Ascoli Piceno, contattata da Rita, ha proposto al Coro danze e rappresentazioni medievali in calzamaglia medioevale da eseguire al Teatro Comunale di Pizzicaprizzi a 300 euri;
  3. la chicca è stata però la proposta del Cern di Ginevra: i singoli coristi del Merdies, a cominciare dai tenori, verranno inseriti nel programma del Large Hadron Collider (LHC): in breve i coristi verranno bombardati l’uno contro l’altro alla velocità della luce, o giù di lì, nel celebre acceleratore di particelle, alla ricerca dell’AntiMerdies. Un grande sacrificio per la scienza che varrà il Premio Nobel per la Fisica alla nostra Direttora!
Share